Nessuno scontro fra i Sindaci all’interno del distretto socio sanitari

Pubblicato il 19 gennaio 2022 • Comunicato stampa

Nessun braccio di ferro fra il Sindaco di Termini Imerese e i colleghi Sindaci sottoscrittori dell’atto di diffida alla revoca del bando di selezione per l’assunzione di n. 37 figure professionali, che saranno impegnati nell’attuazione dei servizi socioassistenziali a contrasto della povertà sul Distretto sociosanitario 37.

Ciò che oggi è chiesto dai Sindaci, annullare un pubblico concorso che non riporta alcun vizio di legittimità, non è accoglibile per legge. Né tantomeno il contrasto che colpisce il Distretto, dipende dalla capacità politica di un’amministrazione che, in appena un anno, ha fatto ripartire le politiche sociali distrettuali e, in una logica di collaborazione, ha risanato l’assenza decennale dei servizi socioassistenziali nella propria e altrui comunità.

Che tale infondata accusa provenga poi da chi, in qualità di Vicepresidente del Consiglio comunale del Comune di Termini Imerese, dovrebbe cooperare ad una amministrazione degli interessi pubblici trasparente e competente, espone al rischio di trascinare i servizi destinati alle fasce più deboli della popolazione, sul terreno della propaganda politica.

Premesso che la notizia di una assunzione diretta, come riportato in un recente articolo, è gravemente falsa, poiché nessuna assunzione diretta è in corso presso il Comune di Termini Imerese, semmai, l’attacco a cui l’articolo fa riferimento, prende di mira la volontà dell’amministrazione Terranova di difendere la strada maestra prevista dall’art. 97 della Costituzione della Repubblica, secondo cui nella pubblica amministrazione si accede tramite concorso pubblico.

Con dispiacere siamo costretti a ricordare che, seppure ad ogni Sindaco sia riconosciuto dalla legge potere di indirizzo sulle politiche distrettuali, esso va esercitato nei tempi e nei luoghi opportuni.

Nei cinque mesi che sono intercorsi fra l’espressione di volontà incondizionata di ricorrere a pubblico concorso e la pubblicazione del bando, nessuno dei Sindaci, partecipando ai tanti Comitati che si sono succeduti o che si sarebbero potuti convocare a causa di ripensamenti sulla scelta intrapresa, ha mai manifestato tali ripensamenti, men che meno ha formulato atti di  indirizzo per l’elaborazione di un avviso pubblico di selezione per titoli ed esami, fino a modalità altre attraverso le quali prendere in considerazione l’eventuale sopravvenienza delle istanze di continuità occupazionale da parte degli operatori del PON Inclusione.

I tempi in cui ogni possibile e felice dibattito politico potesse trovare sintesi in una visione, e quindi in un indirizzo politico legittimo, si sono esauriti dal momento in cui si è pubblicato l’Avviso pubblico.

È, infatti, pacifico in giurisprudenza, che la revoca può essere giustificata soltanto per l’intervento di sopravvenienze o per fattori esterni non riconducibili esclusivamente all’amministrazione che ha emanato l’atto.

Pertanto, in alcun modo si può ritenere ammissibile che, con una procedura concorsuale in atto, si reiteri nell’imputare alla stessa, ora vizi di legittimità, per i quali si riconferma il TAR la sede opportuna, ora fantasiosi atti di negligenza accompagnati da un mancato ascolto dei Sindaci da parte del Comune di Termini Imerese, poiché l’operatività del Comitato, come ampiamente descritto nei verbali, non risulta in alcun modo viziata da tali fattispecie.

Inoltre, precisando che, con Decreto Direttoriale n. 390 del 4 novembre 2021, sono stati prorogati al 30 giugno 2022 i termini per la conclusione delle attività progettuali del PON Inclusione, rimane incomprensibile quali siano i motivi per cui si addebitino al concorso in atto presso il Comune di Termini Imerese, sia l’interruzione dei servizi di assistenza sociale e di contrasto alla povertà, sia la mancata proroga dei contratti dei lavoratori, dovendo gli stessi trovare ristoro presso il suddetto progetto ancora in corso.

Attribuire alla procedura concorsuale in atto, la non considerazione di una istanza di carattere sociale, così come l’interruzione del servizio a favore delle fasce più deboli della popolazione, corrisponde ad una falsa, oltreché illegittima, affermazione, che una volta diffusa a mezzo stampa e sui social costituisce nei fatti un tentativo di viziare la volontà del Responsabile del procedimento e dell’amministrazione comunale.

Tuttavia, si comunica ai 600 cittadini che hanno presentato istanza per il concorso, che ulteriori sollecitazioni non muterebbero e non muteranno la volontà del Comune di Termini Imerese, poiché, per quanto già espresso, rimane immutata la consapevolezza di avere agito nel pieno rispetto della volontà del Comitato, in osservanza della legge, nel supremo interesse dei cittadini tutti.

Rimane tuttavia nella piena disponibilità dei sindaci di adire le vie legali, assumendosi l’esclusiva responsabilità di bloccare gli unici servizi a favore della povertà attuabili nel breve periodo dal Distretto, nonché l’espletamento di un concorso pubblico aperto a tutti i cittadini.

Auspicando che si possa mettere definitivamente fine a questa vicenda, risarcendo l’immagine dell’intero Distretto attraverso la necessaria smentita alle accuse infondate al Comune di Termini Imerese, si rassicurano i cittadini delle tante comunità coinvolte, riaffermando la volontà di garantire i servizi distrettuali già avviati o in avvio.


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